“A CUP OF COFFEE WITH MARILYN”. MIRIAM LEONE NEI PANNI DI UNA GIOVANE E INEDITA MA GIÀ VULCANICA ORIANA FALLACI. ANTEPRIMA MONDIALE OTTOBRE 2019.

Miriam Leone è la protagonista del corto “A Cup Of Coffee With Marilyn”, basato su una vicenda autobiografica contenuta nel primo libro di Oriana Fallaci “I Sette Peccati di Hollywood” del 1958. Scritto e diretto da Alessandra Gonnella, prodotto da Diego Loreggian per RedString e coprodotto dalla stessa regista e dalla società inglese Hoffman, Barney & Foscari Ltd. A firmare due inediti in inglese e la colonna sonora è Francesca Michielin.

 

Il film breve è stato presentato in anteprima mondiale il 18 ottobre nel corso della 14ma edizione della Festa del Cinema di Roma all’interno della sezione Alice nella Città presso la Sala Alice TIMVISION dell’Auditorium Parco della Musica. Premiere Film seguirà successivamente la distribuzione nei principali festival nazionali ed internazionali.

 

Girato interamente a Londra, ma ambientato in una New York anni ’50, il film narra le vicende di una giovanissima Oriana Fallaci, inviata negli Stati Uniti dal giornale l’Europeo per un’inchiesta nello star system hollywoodiano, durante la sua disperata ricerca di intervistare Marilyn Monroe.

Nonostante i ripetuti tentativi, Oriana non riuscirà mai ad incontrare Marilyn, e con un vero colpo di genio decise di non occultare la vergogna di quel fallimento, descrivendola con tutti i particolari e le umiliazioni del caso. Di lì a poco Oriana Fallaci diventerà la più grande giornalista italiana del dopo guerra, con quel suo modo indimenticabile di ritrarre i personaggi delle sue interviste.

 

Alessandra Gonnella, autrice del corto, è una regista ventiquattrenne veneta al secondo cortometraggio, formatasi in cinema a Londra, dove risiede. Il cortometraggio è recitato in inglese e in italiano, e vanta un cast e una troupe internazionale, costituita principalmente da giovani under 30.

 

“L’idea mi è venuta due anni fa, – spiega Alessandra Gonnella – quando rileggendo I Sette Peccati Di Hollywood mi sono vista questa storia passare davanti agli occhi, come un film. Mi è rimasta impressa e non mi ha più lasciato. Volevo a tutti i costi far conoscere questa storia vera, comica, breve, che mette in luce aspetti poco conosciuti di Oriana Fallaci, personalità che io già amavo.”

Pur raccontando una vicenda personale di un personaggio iconico, il film tratta dei temi vicini anche alla regista e allo stesso tempo universali. “Il mondo di Oriana che ho rappresentato nel film è molto simile al mio mondo; non intendo Hollywood, ma un mondo dove parlo contemporaneamente inglese e italiano; vago per feste, teatri, hotel, case fastose, rincorro le persone per ricevere qualcosa senza successo, ricevo false promesse, tutti conoscono tutti ma in realtà nessuno conosce veramente nessuno, tutti scarpinano per essere in cima.

 

Io, come Oriana, per indole schietta e chiara, unita ad una dose di ingenuità, prendo in giro e mi oppongo a questo sistema, ma ne rimango comunque inghiottita e ne soffro. Di fronte alla tenacia e all’irriverenza di Oriana, io mi commuovo, perché sono caratteristiche che ci accomunano. Raccontare il suo fallimento in questa impresa all’inizio della sua carriera, è stato come esorcizzare le mie sconfitte e trovare il modo di reagire.” Tutto questo è stato possibile grazie prima di tutto ad Edoardo Perazzi, nipote ed erede di Oriana Fallaci, che ha dato il suo benestare ed ha seguito con entusiasmo passo dopo passo il progetto, fornendo materiali, spunti e dettagli preziosi sulla vita di Oriana. “Puntavo molto in alto con questo progetto, per crescere come regista, ma anche per fare un omaggio degno di una scrittrice che ammiro. Ho puntato su Miriam Leone e Francesca Michielin perché nei loro rispettivi ambiti, le trovo diverse, speciali. E Oriana era diversa, speciale.”

 

Le due star, di tutta risposta, si sono fatte investire dall’energia della giovane regista e di un progetto per molti versi unico, e si sono lanciate fin da subito.

 

Durante il set a Londra Miriam Leone ha rivelato: “Diego e Alessandra mi hanno raccontato questa storia che io non conoscevo e mi è piaciuta subito; poi mi è stato detto che si trattava di un progetto giovane, pieno di entusiasmo, rischioso, con un personaggio immenso come Oriana e ho detto: no, questo è un progetto troppo pericoloso! OK, lo faccio!” (ride, ndr).Sulla sfida di interpretare Oriana Fallaci, prosegue: “Oriana è un personaggio che mi ha sempre affascinato per il suo coraggio, questo suo essere fuori dagli schemi e così indipendente. Mi sono appassionata talmente tanto che ho letto tutti i suoi libri. Mi affascinano le sue contraddizioni, il suo disprezzare questa attrice bionda tutta curve, ma comunque esserne ossessionata, volerla cercare e trovare a tutti i costi senza la possibilità di fallire. Oriana è una figura femminile molto moderna, conflittuale; a livello umano per me, come attrice, è un personaggio super interessante. […] Tutto quello che andava contro la libertà dell’individuo lei lo ha contestato. Credo che meriti più affetto dal suo Paese, non dobbiamo dimenticare i nostri grandi.”

 

Francesca Michielin, durante la presentazione del trailer alla 72ma edizione del Festival di Cannes, ha dichiarato: “Sono stata contattata dalla regista con la richiesta di realizzare la colonna sonora, in passato avevo già collaborato con il cinema in svariati modi, però non avevo mai realizzato un’intera colonna sonora. Ero un po’ spaventata all’inizio ma anche molto motivata a fare qualcosa di bello e coerente. Non è stato un caso, che quando ho saputo che il film era ambientato nel ‘58, subito mi è venuto in mente il primo album di Nina Simone. E da lì è partito tutto un flusso di coscienza e brainstorming personale, per realizzare una colonna sonora jazz ma originale.”

 

Diego Loreggian, direttore creativo e produttore esecutivo di RedString, ormai da molti anni si occupa di lanciare nuovi talenti nel cinema attraverso la produzione e distribuzione di cortometraggi e progetti seriali. Vincitore di ben due Nastri d’Argento con ‘Moby Dick’ di Nicola Sorcinelli come Miglior Cortometraggio Italiano nel 2017 e ‘Inanimate’ di Lucia Bulgheroni Nastro Speciale nel 2019, ha sostenuto sin da subito questo progetto, sia per il grande fascino che ruota intorno ad un personaggio come Oriana Fallaci, sia per la qualità della scrittura con la quale gli era stato presentato la prima volta il progetto: “Lo stile del racconto, i caratteri dei personaggi e gli ambienti descritti in questo primo libro di Oriana, mi hanno convinto a produrre con Alessandra questo piccolo film per poterne delineare poi un potenziale pilot per lo sviluppo successivo di una mini serie alla quale stiamo già lavorando. Credo manchi in questo momento nella produzione seriale italiana un personaggio così autentico e geniale come l’Oriana di quell’epoca. Sono decine gli articoli pubblicati sull’Europeo, in cui la Fallaci-Mata Hari (a lei la paragona Orson Welles, nella prefazione al libro, per la bellezza, l’acume, la capacità di spiare e di passare inosservata) porta a galla gli aloni misteriosi di grandi attori, produttori e registi dell’epoca, subendo le loro lacrime e le loro bugie, riuscendo però a delinearne un quadro preciso e sicuramente diverso rispetto alla Hollywood che tutto il mondo dell’epoca conosceva, come diceva il suo amico scrittore Bill, «Hollywood non esiste. […] Hollywood è uno stato mentale, un miraggio. Non si guarda Hollywood con gli occhi: ma col desiderio, l’invidia, la suggestione»”

 

Il cast, oltre a Miriam Leone, include Marco Gambino, Giulietta Vainer Levi, Antonio Mancino e gli attori inglesi Sam Hoare e Jamie Wilkes.

 

Sono state inoltre numerose le aziende, italiane e inglesi, che hanno partecipato al progetto, affascinate dalla figura di Oriana e dalla sua interprete, molte delle quali situate a Firenze, patria della Fallaci. Fra gli altri: Leonardo Manetti, Giratempo Vintage, Dadada, Le Cinéma Café, Salvatore Ferragamo, Omega, Safilo, Luxottica, Gattinoni, San Domenico House.

 

Copyright Redstring.